lunedì 26 agosto 2019

27 Agosto Santi di Spagna e Portogallo


Immagine:Hosius of Cordoba.jpg  


Saint OSIUS (OSSIUS, OSSIOS), évêque de Cordoue en Andalousie, un des Pères du Ier concile oecuménique (325), confesseur de la foi orthodoxe face à l'arianisme (vers 358).
Santo Osios di Cordova 
Osio di Cordova (Cordova, 256 - Sirmio, 357 - in latino: Osius Cordubensis, in spagnolo: Osio de Córdoba) fu un vescovo spagnolo, Padre della Chiesa (e consigliere dell'imperatore romano Costantino I il Grande. La Chiesa ortodossa lo venera come santo confessore, e ne celebra la festa il 27 agosto. 
Nacque a Cordova da una ricca e importante famiglia romana e fu eletto vescovo della sua città natale nel 294. Durante le persecuzioni di Diocleziano e Massimiano, rifiutando di abiurare la propria fede cristiana fu condannato all'esilio. Partecipò al Concilio di Elvira in Hispania. Reso famoso dalla sua prudenza e dall'abilità politica, accompagnò l'imperatore Costantino il Grande a Milano nell'anno 313, e pare che contibuì attivamente alla stesura del famosissimo editto di tolleranza religiosa (emanato nel medesimo anno e luogo). Il rapporto con il sovrano fu molto profondo e si pensa che fu proprio Osio a catechizzarlo e indurlo al battesimo.La principale opera per la quale è ricordato è la lotta che condusse contro l'eresia di Ario che negava la divinità del Cristo e la sua consustanzialità col Padre, e che cominciava a diffondersi ad Alessandria d'Egitto. Osio vi fu inviato dall'imperatore per cercare di intervenire contro le pericolose predicazioni di Ario e Sant'Atanasio. Poiché le posizioni di entrambi - per quanto diverse - erano irriducibili, fu convocato su ordine di Costantino il Concilio di Nicea (325), al quale parteciparono 318 vescovi, e presieduto proprio da Osio, che firmò per primo, tra i delegati del vescovo di Roma (il titolo di papa non si usava ancora all'epoca). Pare addirittura che Osio stesso abbia redatto il Credo. 
Nel 343 convocò il Concilio di Serdica, cui presero parte circa 300 vescovi greci e 76 latini, per fissare un'organizzazione ecclesiastica e ribadire la condanna all'arianesimo. Tornato in Hispania, Osio riunì un sinodo provinciale nel quale espose e fece entrare in vigore le decisioni prese a Serdica. 
Nell'anno 355 l'imperatore filoariano Costanzo II abbligò Osio ad uniformarsi a ciò che aveva sempre rimproverato ad Atanasio. Dopo le minacce imperiali, il vescovo di Cordova gli rispose con una lettera nella quale rifiutava di abiurare il cristianesimo cattolico, ed ortodosso come aveva fatto da giovane sotto Diocleziano. È il primo testo nel quale appare una contensa tra autorità ecclesiastica e autorità civile. Costanzo, irato, comandò a Osio, già centenario, di comparire davanti ad un sinodo di vescovi ariani, dove lo mise alla prova, lo fece flagellare e torturare. Fu poi esiliato per l'ultima volta a Sirmio, dove vecchio, umiliato e straziato morì a centouno anni, lontano dalla sua terra e dalla sua dioces

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