giovedì 30 gennaio 2020

31 Gennaio santorale ed ufficio delle letture dei cristiani ortodossi del western rite /cristiani ortodossi di tradizione occidentale e di chiese cristiane di tradizione celtica

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St. Gregory the Great Orthodox Church
A Western Rite Congregation of the Antiochian Archdiocese near Washington, DC
13407 Roxbury Rd · Silver Spring, MD · 301-288-




The Western Rite Communion  of 
The Russian Orthodox Church Outside Russia

R.O.C.O.R. Western Rite Ordo Kalendar ✠ 2020  

segue  il calendario occidentale  ma nella cronologia del  venerabile ed antico calendario giuliano costantiniano 





CELTIC ORTHODOX MISSION - SOUTH AUSTRALIA
Friday 31 January 2020

Maedoc, founder of Ferns (632)
Marcella, martyr at Rome (410)
Aidan, 1st Bishop of Ferns (632)
Melangell, Welsh virgin and hermitess (590)
Adamnan, monk and prophet at monastery of Coldingham, (680)
Eusebius, Irish martyr, monk of Saint Gall Abbey (884)

♦ Liturgy:
Wis 13:1-9
Col 2:1-7
Lk 11:42-54





EGLISE ORTHODOXE FRANÇAISE

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Vendredi 31 Janvier 2020
Temporal 1Th 5, 11 à 22 Mc 1, 35 à 38
Sainte Marcelle, veuve à Rome (410)
Gaud, év. d’Evreux (491) - Géminien, év. de Modène (348) - Pouange, sol. près de Troyes (?)

Sainte Marcelle, veuve à Rome (410)

Appartenne ad una delle piú illustri famiglie romane: quella dei Marcelli (secondo altri dei Claudi). Nacque verso il 330, ma non ebbe la giovinezza felice, essendo ben presto rimasta orfana del padre. Contratto matrimonio in giovane età fu nuovamente colpita da un gravissimo lutto per la morte del marito avvenuta sette mesi dopo la celebrazione delle nozze. Questi luttuosi avvenimenti fecero maggiormente riflettere Marcella sulla caducità delle cose terrene tanto piú che nella fanciullezza era rimasta assai affascinata dalle mirabili attività del grande anacoreta Antonio, narrate nella sua casa dal vescovo Atanasio (340-343).
Lo spirito ascetico propugnato dal monachesimo, consistente nell'abbandono di ogni bene mondano, andò sempre piú conquistando l'animo della giovane vedova. Quando perciò le furono offerte vantaggiose seconde nozze col console Cereale (358), nonostante le premurose pressioni della madre Albina, oppose al ventilato matrimonio un netto rifiuto, motivato dal desiderio di dedicarsi interamente ad una vita ritirata facendo professione di perfetta castità.
Cosí Marcella, secondo s. Girolamo, fu la prima matrona romana che sviluppò fra le famiglie nobili i principi del monachesimo. Il suo maestoso palazzo dell'Aventino andò trasformandosi in un asceterio ove confluirono altre nobili romane come Sofronia, Asella, Principia, Marcellina, Lea; la stessa madre Albina si associò a questa nuova forma d i vita.
Piú che di vita monastica in senso stretto può parlarsi di gruppi ascetici senza precise regole, ma ispirati ai principi di austerità e di disprezzo del mondo, propri della scuola egiziana, assai conosciuti attraverso la vita di s. Antonio e le frequenti visite di monaci orientali. Lo stesso vescovo di Alessandria, Pietro, fu nel 373 ospite della casa Marcella e narrò la vita e le regole dei monaci egiziani.
Porse proprio dopo il 373 la casa di Marcella divenne un vero centro di propaganda monastica. Riservatezza, penitenza, digiuno, preghiera, studio, vesti dimesse, esclusione di vane conversazioni furono il quadro della vita quotidiana quale risulta dalle lettere di s. Girolamo, divenuto dal 382 il direttore spirituale del gruppo ascetico dell'Aventino. Nella domus di Marcella entravano vergini e vedove, preti e monaci per intrattenersi in conversazioni basate specialmente sulla S. Scrittura. Il sacro testo, specie il Salterio, non fu studiato solo superficialmente: per meglio comprenderne il significato Marcella imparò l'ebraico e sottopose al dotto Girolamo molte questioni esegetiche, come ne fanno fede varie lettere a lei dirette. Fra Girolamo e Marcella si strinse una profonda spirituale amicizia, continuata anche dopo la partenza del monaco per la Palestina.
Tuttavia questa donna fu di spirito piú moderato tanto da non condividere pienamente le violente diatribe e le acerbe polemiche del dotto esegeta. Simile moderazione dimostrò nelle pratiche ascetiche; pur amando e professando la povertà non alienò in favore della Chiesa e dei poveri tutti i suoi beni patrimoniali, anche per non recare dispiacere alla madre. Né volle trasferirsi a Betlemme, nonostante una pressante lettera delle amiche Paola ed Eustochio. Preferí invece continuare la diffusione della vita ascetica e penitente in Roma; per molti anni infatti la sua domus dell'Aventino rimase un cenacolo ascetico specie fra le vergini e le vedove della nobiltà.
Verso la fine del IV sec. si trasferí in un luogo piú isolato nelle vicinanze di Roma, forse un suo ager suburbanus, nel quale visse con la vergine Principia come madre e figlia. Rientrò in Roma nel 410 sotto il timore dell'invasione gota; in tale occasione Marcella subí percosse e maltrattamenti e a stento riuscí a salvare Principia dalle mani dei barbari, rifugiandosi nella basilica di S. Paolo.
Morí nello stesso anno e la sua festa è celebrata il 31 gennaio. 
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Chiesa autonoma ed indipendente di  tradizione celtica  




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Personal Ordinariate of Our Lady of Walsingham 

Troparion of Our Lady of Walsingham

Hail, O Virgin Theotokos! As thou didst receive the Good News of salvation at Gabriel  appearing and didst by thine own appearing at Walsingham cause the Holy House to be raised up as an everlasting remembrance of that same mystery of salvation, pray that we may ever bear in our souls Jesus whom thou didst bring forth, the Savior of mankind.


TROPARIO : Giosci  , o Vergine Theotokos!

Come hai ricevuto l'annuncio della salvezza da Gabriele nella Santa
Casa fa che Walsingham sia
un ricordo perenne di questo Mistero di salvezza, che tu hai portato

in grembo, Gesù Salvatore del mondo..


St John Bosco, Priest, memorial
MP Pss 144, 145, 146
Gen 24:33-41, 49-67 Rom 11:1-12
Mk 4:26-34
EP Pss 147-150
Is 50:1-11 Heb 10:11-25



Dai testi liturgici del VICARIATO D’ITALIA DELLA SANTA CHIESA CELTICA

EPISTOLA
Lettura dal libro dell’Apocalisse
(Ap 7, 13-17)

VANGELO
Lettura dal Santo Vangelo secondo San Marco
(Mc 10, 42-45)

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